La riscossa dell’usato 

Marketing e aziende


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Vinted, Vestiarie Collective, e tanti altri: il mondo oggi è in mano all’usato, al riciclato, al second-hand, e su questo trend oggi si stanno spostando business che fino a ieri sembravano inimmaginabili. 
E’ nata una nuova moda: in contrasto al fast fashion, la moda che morde e fugge in poco tempo – e da li’ le catene di abbigliamento a prezzi decisamente cheap – oggi il movimento del second-hand ha assunto cifre davvero importanti: in Italia, viene stimato in circa 25 milioni di euro all’anno, e rappresenta il 1,5% del pil nazionale. La crescita è impressionante, a 3 cifre. 

Il riciclato sa di ecosostenibile, sa “giustizia” dell’acquisto fatto piu’ o meno tempo fa. Sa di non spreco.  
Perché – diciamocelo – spesso abbiamo guardaroba pieni di vestiario inutilizzato. Che semmai è li’ da anni. O acquistato in uno slancio di non so cosa, semmai messo da parte, a volte neppure mai indossato. 
Vinted è il paladino dei nostri errori di consumatori sbadati, di cambio di taglie, di gusti, o di desideri. 
E se la piattaforma Vinted rilascia la possibilità a tutti di svuotare gli armadi senza esclusione alcuna, il mercato dell’usato ha aperto le porte anche ai brand di lusso (questa è la grande novità) e ad un mercato che tratta esclusivamente prodotti di alta gamma.  

 
Vestiarie Collective è proprio cosi’: ha sdoganato la possibilità di vendere o comprare prodotti, un tempo riservati solo ed esclusivamente ad un target alto, inserendo nei suoi servizi – fondamentale nei marchi luxury -, il controllo sulla originalità dei prodotti, e garantendo pertanto agli acquirenti che si tratti con certezza di quelli “veri” e non tarocchi, primo fra i timori di chi acquista un bene di lusso fuori dai canali tradizionali dei negozi di marca autorizzati. 

 
Chi è il target di questi meccanismi? Io ritengo vi sia un target abbastanza misto perché se è vero che i giovani sono abituati ad utilizzare il web per i loro acquisti, se è vero che sono nati con le app di Amazon e Ebay già in tasca, è anche vero che hanno coinvolto in questo mercato “casalingo” – nel senso che spesso si sviluppa all’interno delle mura domestiche ed in modo divertente – anche genitori e nonni, diventando i loro “commessi virtuali”, esperti nel commercio di prodotti di seconda mano. 

 
Sono sincera: ero scettica, fino a quando mi sono lasciata convincere da una mia amica che ama la moda, e devo dire che sono rimasta affascinata dal mondo che mi si è aperto davanti, fatto – peraltro – di una tribu’ che lo vuole mantenere affidabile: si, perché se vendi un prodotto falso, in cattivo stato o ne hai modificato le caratteristiche, vieni segnalato dagli utenti come “non affidabile” nelle loro recensioni, e questo rappresenta una specie di “marchio di non serietà” che ti consentirà – o meno – di proseguire i tuoi business di vendita. 

  
Che dire? Ogni moda ha il suo tempo, ed ogni tempo la ha sua moda pertanto …. buon usato a tutti!!